Lo faccio…non lo faccio

Gli slanci che sentiamo…possono essere frenati dalle esperienze precedenti…o dal non sapere come sarebbero accolti…

Dopo aver superato tanti ostacoli, aver perso tante scommesse, esserci imbattuti in tanti errori e aver fatto i salti mortali per trattenere al nostro fianco qualcuno dando il meglio di noi per dimostrargli la sincerità e la forza dei nostri sentimenti con il risultato di aver dovuto fare i conti con brucianti sconfitte o abbandoni, giungiamo alla conclusione che qualunque cosa facciamo per esternare le nostre sensazioni ed emozioni, l’altro resterà con noi finché deciderà di farlo e se vorrà andarsene se ne andrà senza voltarsi indietro.

Alcune volte può esserci addirittura capitato di aver avuto il desiderio di sorprendere il nostro partner certi che il nostro slancio venisse accolto con un sorriso di gioia ma di esserci invece resi conto di un malcelato fastidio rivelato da uno sguardo, da una parola o da una strana piega all’angolo della bocca. In quei frangenti la delusione è stata talmente forte da aver bruciato per tanto tempo, così tanto da averci indotti a promettere a noi stessi di non lasciarci più andare a dimostrazioni tanto aperte dei nostri sentimenti lasciando così all’altro la possibilità di darci per scontati o peggio di mortificarci. Un simile atteggiamento di difesa e tutela dei sentimenti e degli slanci romantici che la nostra natura ci suggerisce, ci impedisce però di guardare davvero chi abbiamo davanti in un momento successivo, dando la precedenza alla consapevolezza di come non vogliamo più sentirci davanti a un temuto fastidio suscitato da quella spontaneità che ci caratterizzava.

Nel tempo, sebbene una piccola parte di noi attendesse inconsciamente qualcuno con il quale lasciarsi andare, abbiamo imparato a ricacciare indietro quella parte di noi ogni volta che avrebbe voluto manifestarsi, rendendoci tristemente quanto velocemente conto che quasi tutte le persone incontrate non si trovavano sulla nostra stessa lunghezza d’onda rispetto a certi slanci romantici che ci siamo dovuti rassegnare a catalogare come fuori dal tempo, e a soffocare quel lato spontaneo certi che per nessuno valesse più la pena permettergli di uscire alla luce.

E’ giusto trattenere gli slanci che ci verrebbero naturali se il retaggio del passato non avesse influenzato il nostro presente?

Perché chi ci troviamo davanti oggi è costretto a subire gli atteggiamenti causati dagli sbagli e dai rifiuti di qualcuno che c’è stato prima?

In quale modo possiamo semplicemente essere prudenti ma poi aprirci nel momento in cui comprendiamo che le nostre esternazioni romantiche potrebbero anche non ricevere un ulteriore, mortificante rifiuto?

Sicuramente l’istinto ci impone di non ripetere più gli errori del passato e di non permettere a nessuno di farci sentire fuori luogo solo perché la nostra natura e le nostre emozioni ci suggerivano di esternare i sentimenti senza trattenere gli slanci volti a dimostrare, anzi, a gridare al mondo e soprattutto all’oggetto del nostro amore, tutto ciò che fuoriusciva da ogni poro della pelle come un fiume in piena. Ma è anche vero che in questo modo una parte di noi, la più tenera, la più spontanea, la più irrimediabilmente appassionata è costretta a rimanere relegata e soffocata in un angolo remoto della nostra interiorità, angolo del quale con il tempo dimentichiamo l’esistenza.

Tutto questo fino al momento in cui incontreremo una persona che ci farà ricordare dove l’abbiamo messa e con la sua spontaneità e trasparenza ci permetterà di comprendere, giorno dopo giorno, che forse non le dispiacerebbe affatto ricevere quelle sorprese e quelle piccole e grandi attenzioni che tanto avevano infastidito chi le aveva ricevute in precedenza, e che molto probabilmente non riceveremmo un rifiuto, che non vedremmo mai con lei quello sguardo infastidito o quell’atteggiamento distante che ci aveva indotti a chiuderci a riccio fino al punto di desiderare di non far mai più uscire quel lato tenero che tanto era rimasto ferito.

Poco a poco ci renderemo conto che la nostra vera natura non sarebbe nuovamente rifiutata ma accolta con gioia, proprio come avremmo desiderato lo fosse stata l’ultima volta che le avevamo permesso di manifestarsi e prima di scegliere di soffocarla…e poco a poco ci lasceremo andare, tornando a essere come eravamo prima di scegliere di dimenticarci di noi.

 

Marta Lock