Meravigliosa incoerenza

Senza l’elasticità di saper cambiare idea…non permetteremo agli eventi di modificare il nostro percorso…e di condurci in una direzione completamente nuova…

Quante volte ci siamo intestarditi a voler restare attaccati a una situazione che non ci rendeva felici?

Per quale motivo ciò che sembrava contare di più era non apparire inaffidabili o incoerenti con quanto avevamo promesso fino a poco prima?

Cos’è che ci fa tendere verso una rigidità di scelte, verso un’autodeterminazione che non ci permette di avere l’elasticità necessaria ad assecondare le circostanze opponendoci così alle modificazioni che inevitabilmente sopraggiungono?

Quando ci apprestiamo a perseguire il nostro percorso di apprendimento, la fase di formazione del carattere e di conseguenza dell’atteggiamento nei confronti della vita e delle persone che entrano a farne parte, ci sentiamo molto spesso ripetere che la cosa più importante, quella che deve costituire un punto fermo, è certamente l’affidabilità, la dimostrazione di essere persone stabili, coriacee, che non derogano dai propri princìpi e dalle proprie scelte le quali devono essere difese e mantenute a qualsiasi costo. Ovviamente questo tipo di visione ha dei lati positivi costituiti dalla determinazione, dalla capacità di combattere per ciò in cui crediamo, dal restare sull’obiettivo senza lasciarci abbattere dalle eventuali difficoltà, dagli ostacoli od opposizioni che possono nascere durante il percorso; d’altro canto però tutte queste accezioni positive si trasformano in ostinazione, in immobilità nel momento in cui sopraggiungono segnali chiari e inequivocabili che la situazione richiede un cambiamento, se non un’inversione, di rotta perché i motivi per cui rinunciare e modificare il cammino sono infinitamente più forti e ragionevoli di quelli per i quali continuare a tenersi aggrappati a qualcosa che si sta sgretolando.

La capacità di valutare di volta in volta gli accadimenti piuttosto che seguire una linea irrinunciabile che in qualche modo ci rassicura oltre a darci la falsa illusione di essere individui irreprensibili e molto più affidabili di altri, è funzionale alla nostra evoluzione, a condurci verso la consapevolezza che non tutto può restare esattamente come lo avevamo pensato e previsto all’inizio del percorso, che molto spesso le condizioni cambiano così come cambiamo noi, e dunque ciò che era determinante per la nostra vita in precedenza può non esserlo più in una fase nuova; questo non significa ammettere l’impotenza e arrenderci ogni volta al susseguirsi degli eventi, bensì avere la lucidità per comprendere quando un evento costituisce solo un piccolo ostacolo momentaneo a quello che consideriamo l’obiettivo primario, e quando invece le condizioni davanti a noi indicano chiaramente uno sbarramento definitivo contro il quale, se continueremo a cozzare, condanneremmo noi stessi a un’infelicità, a un’incompletezza a causa della quale prima o poi rimpiangeremo l’incapacità di aver fatto un passo indietro al momento opportuno. Considerare l’incoerenza come una debolezza, un’accezione negativa di una personalità in costante trasformazione è un limite poiché ci impedisce alle persone di comprendere l’importanza dell’ascolto nei confronti della propria interiorità ma anche delle energie sottili intorno a sé che hanno la capacità quasi magica di spingere verso ciò che è migliore per il cammino di ciascuno.

Gli eventi che si verificano sono dei suggerimenti, delle opportunità per metterci davanti a uno scenario diverso rispetto a quello che avevamo pianificato, e questo non dovrebbe essere un motivo per arroccarci sulle nostre posizioni resistendo ostinatamente come se lasciarci andare fosse il peggior peccato, al contrario dovrebbe essere stimolo alla riflessione, alle domande su quanto quell’evento sia invece sopraggiunto per indicarci un domani modificato, una deviazione necessaria per condurci verso qualcosa di migliore, di più appagante, di meno comodo certo, ma sicuramente non più condizionato dalla rigidità che ci impediva di vedere quanto non riuscissimo più a sentirci felici solo perché non volevamo mostrarci incostanti.

A quel punto comprenderemo quanto la possibilità che ci diamo di cambiare idea, se le condizioni lo richiedono, anzi fortemente lo suggeriscono, sia un meraviglioso modo di aprire a noi stessi la porta di un nuovo domani in cui non ci scontreremo più con l’ostinazione che ci intrappola all’interno di qualcosa dove non ci sentiamo noi stessi, bensì ammetteremo quella necessaria incoerenza che non sarà più vista come una debolezza, piuttosto come un nuovo punto di forza. Quello dell’apertura al cambiamento.

 

 

Marta Lock