Non è così facile

Immobilità

La realtà nella quale ci troviamo è quella che abbiamo scelto… e che continuiamo a scegliere… sebbene ad alcuni piaccia lamentarsene…

Quante volte davanti a una soluzione, o un consiglio volto a risolvere una situazione apparentemente complessa ci siamo sentiti rispondere che le cose non erano semplici come sostenevamo?

Come mai malgrado proviamo a mettere in evidenza aspetti innegabili a sostegno del vantaggio di saper aggirare gli ostacoli, per le persone con cui parliamo tutto appare molto più difficile che nella realtà?

Per quale motivo le persone non riescono a compiere quei passi verso un cambiamento che renderebbe tutto diverso?

Nella complessità dell’esistenza alla quale si tende ad abituarsi, ci si incastra all’interno di una gabbia di false certezze, di luoghi comuni dentro cui celare la mancanza di iniziativa nell’affrontare le questioni per risolverle oppure, qualora le condizioni lo richiedano, di invertire la tendenza, di deviare una direzione che non permette di compiere quelle azioni funzionali a determinare un profondo cambiamento. Questo perché restare all’interno delle proprie convinzioni, sebbene limitanti e insoddisfacenti, è molto meno rischioso, protegge dal pericolo che deriverebbe dal prendersi la responsabilità di essere i registi della propria esistenza e del proprio destino e poi fallire, inducendo l’individuo a trovarsi, forse, di fronte a una condizione peggiore da quella da cui è scappato. Tuttavia il malessere permane, la mancanza di senso di appagamento aleggia sulla quotidianità come un manto ombroso che non si riesce a sollevare e nel momento in cui qualcuno porge a queste persone una mano suggerendo loro una soluzione tanto ovvia da risultargli persino irreale, si mettono sulla difensiva nascondendosi dietro il pretesto che in realtà le cose non sono così semplici come cerchiamo di mostrarle.

A quel punto noi, inguaribili ottimisti orientati alla risoluzione dei problemi piuttosto che a soffermarci sul prenderne in esame tutti gli aspetti continuando a osservarli ma rimanendo di fatto immobili a crogiolarci sull’insoddisfazione come invece fanno le persone a cui teniamo e a cui cerchiamo di illustrare un punto di vista differente, a quel punto dicevo, cominciamo a renderci conto che coloro i quali tentiamo di aiutare di fatto non sono poi così sicuri di voler essere aiutati, probabilmente hanno bisogno di restare all’interno della loro zona sicura dove possono sottolineare l’insoddisfazione per tutto ciò che non va piuttosto che trovare una via, fare un tentativo, per compiere quella scelta che potrebbe cambiare tutto. Eppure le stesse persone continuano a osservarci con ammirazione, a volte persino con una sottile invidia, per essere tanto in grado di prendere in mano le situazioni, gestirle e risolvere con un approccio orientato alla risoluzione degli ostacoli che si presentano, quasi in preda a una dissonanza tra ciò che continuano a determinare per se stessi e quello che sanno essere l’atteggiamento migliore pur non volendo neanche tentare di assumerlo.

Percepiamo la loro immobilità, la loro incapacità di uscire dalle sabbie mobili delle scelte compiute e dalle quali credono di non poter tornare indietro, di non potersi sottrarre a quello che sono convinti essere il loro cammino irrimediabilmente segnato; tutto è attribuito alla sfortuna, nel loro caso, o alla fortuna che vedono in noi per non essere stati destinati a trovarci nella medesima condizione in cui si trovano loro. Malgrado quell’approccio negativo, cerchiamo di fargli comprendere che la fortuna e la sfortuna non esistono, esistono l’autoderminazione, l’approccio positivo, il coraggio, la capacità di prendere in mano le situazioni senza accettare passivamente ciò che accade solo per paura che ciò che si potrebbe trovare effettuando la trasformazione auspicata potrebbe essere peggio di quanto si ha, insoddisfacente o meno che sia.

Non riescono a pensare che niente è definitivo, che l’individuo ha l’incredibile potere di cambiare ogni cosa se solo riesce a credere che sia possibile e così noi continuiamo a tentare di far loro vedere aspetti differenti delle questioni, supportati dalla nostra incrollabile fiducia e convinti che prima o poi riusciremo ad aprire un varco nel loro statico pessimismo e li spingeremo quanto meno a trasformare in possibile ciò che avevano sempre creduto fosse troppo difficile.

 

 

Marta Lock