Salta con me

La resistenza di qualcuno ad abbandonarsi… è pari solo al coraggio di altri… di vincerne la paura e costringerlo a lasciarsi andare…

Alcuni di noi a causa di esperienze passate che hanno provocato profonde ferite oppure per una resistenza sviluppata a seguito di anni e anni di abitudine a dover rendere conto solo a se stessi convincendosi che i sentimenti e le emozioni sarebbero solo delle pericolose distrazioni e deviazioni dalla strada principale che si sta percorrendo, relegandoli all’interno della sfera delle cose da rimandare solo perché complicate da gestire, scelgono di innalzare una corazza a protezione di quell’interiorità che ritengono possa indebolirli o distoglierli dagli obiettivi scelti.

Altri invece, nonostante le delusioni, le cadute verso il basso, le scelte sbagliate come tanti incontri sono stati sbagliati, la fiducia tradita anche più di una volta, le speranze e le aspettative disattese, nonostante tutto si rialzano e continuano a guardare avanti con la certezza che prima o poi ciò che aspettano arriverà e nel frattempo non scelgono di chiudersi bensì di aprirsi al mondo e alle emozioni perché convinti che qualunque cosa, qualunque sensazione, qualunque incontro, debba essere vissuto nella sua pienezza a prescindere da quale sarà l’esito finale.

A volte capita, perché la vita è strana e dispettosa, che persone con questo opposto tipo di atteggiamento nei confronti delle esperienze e della vita si incontrino e si avvicinino fino a coinvolgersi completamente e perdersi l’uno nell’altra. E capita che si innamorino al punto che quello dei due più spaventato dalla possibilità, che in fondo è quasi una certezza, di perdere il controllo, delle emozioni, dell’ordine accuratamente pianificato delle cose, della propria vita, inizi a sentire il panico di trovarsi sull’orlo del burrone e decidere se fare il salto o tornare indietro sui propri passi… ma il senso di vertigine quando guarda in basso è troppo forte, troppo intenso e nonostante l’altro gli tenga forte la mano rassicurandolo che il fondo è morbido e soffice e non ci saranno ferite dopo il volo, il timoroso rimarrà fermo immobile e lentamente lascerà la mano dell’altro.

Perché la possibilità di tenere quella mano calda e al tempo stesso dolce a volte ci fa tanta paura?

Per quale motivo le emozioni ci terrorizzano al punto di preferire di vivere senza di esse piuttosto che tentare di farle entrare nella nostra vita?

Sarà sufficiente rinunciare alla persona che ci chiede di darci completamente per riuscire a staccarci davvero da lei?

Se un sentimento è tanto forte e intenso da spingerci ad arrivare fino all’orlo del burrone, come possiamo pensare che sia nelle nostre facoltà tornare indietro fingendo che non sia importante?

Dunque il fuggitivo decide di indietreggiare e di ritornare sul proprio cammino ma poi la distanza da quella mano inizia a farsi sentire in modo via via più incisivo fino a portarlo, dopo tante resistenze e tante emozioni trattenute, a cercare di nuovo quel sentimento intenso e travolgente dal quale non riesce più a stare lontano, non perché non possa vivere senza, questo no, semplicemente perché la sua vita è diventata grazie a lui immensamente più bella e piena facendogli comprendere che non si può rinunciare a credere per paura di essere delusi, che non si può impedirsi di provare per paura del futuro, che non si può vivere senza sentimenti per paura che finiscano. A quel punto il fuggitivo, ancora riluttante e spaventato, torna di nuovo a cercare quella mano che aveva lasciato sull’orlo del burrone, prova a prenderla perché vuole sentire ancora il suo calore ma poi di nuovo si ritrae per timore di perderla o di esserne ferito.

Finché la mano della persona che tanto significa per il fuggitivo, nonostante la difficoltà di ammetterlo persino a se stesso, non stringe la sua rassicurandola, gli occhi incrociano i suoi. intensi e profondi e, senza più parole, lo attirerà a sé prima di fare insieme quel salto, quel volo planare che li porterà insieme verso l’attesa e troppo a lungo rimandata felicità.

 

Marta Lock