Stringimi l’anima

Il bacio all’anima che non abbiamo saputo dare…sarà quello che rimarrà per sempre…sulla punta delle nostre labbra…

A volte capita di trovarci in particolari fasi della nostra vita in cui non ci sentiamo predisposti o non riusciamo a lasciarci completamente andare, un po’ perché il recente passato può averci provocato delle ferite che hanno continuato a sanguinare molto a lungo, un po’ perché la predisposizione interiore non è più quella che era prima e non ancora quella che diverrà dopo lasciandoci in una terra di mezzo all’interno della quale interagiamo con molte persone che attirano, in molti casi, la nostra attenzione. Dunque accettiamo di conoscerle più a fondo, incontrarle anche più volte e ci piace molto trascorrere il tempo in loro compagnia ma… sentiamo che non riusciamo ad andare oltre, percepiamo che quel passo in avanti che ci permetterebbe di oltrepassare la soglia tra il chi eravamo e il chi saremo non riusciamo a muoverlo, non è ancora il momento.

Perciò nostro malgrado, non possiamo fare a meno di ascoltare, incapaci di replicare, le verità innegabili davanti alle quali ci mette l’altro e che evidenziano in modo chiaro e realistico quali sono i nostri momentanei limiti al permettere che la relazione cresca prendendo una direzione chiara e ben definita e accettarne l’allontanamento emotivo fino al sopraggiungere della fine della relazione stessa. Inizialmente ci sentiamo quasi sollevati perché quel tira e molla tra ciò che più meno silenziosamente richiedeva l’altro e ciò che noi eravamo assolutamente incapaci di dare, ci aveva stancati, fatti sentire forzati a fare e dire qualcosa che non ci apparteneva, responsabili delle aspettative disattese di chi dimostrava di tenere a noi. Poi però imbocchiamo la strada in salita del metterci in discussione, domandarci i perché, scavare a fondo nelle motivazioni, che ci porterà alla cima di ciò che diverremo e, a quel punto, potremmo trovarci a dispiacerci davvero molto per aver lasciato andare chi non avrebbe maltrattato la nostra anima se gli avessimo permessa di stringerla.

Perché a volte diventa così facile sbagliare valutazione e chiudere a chiave il cuore proprio davanti a chi vorrebbe solo carezzarlo senza farlo sanguinare?

La fatica di guarire una ferita profonda può compromettere la nostra capacità di lasciarci andare al flusso dei sentimenti e delle emozioni?

E’ giusto relegare la nostra anima dentro una gabbia, per quanto a sua protezione, anziché lasciarla libera di volare leggera nella direzione che potrebbe renderla immensamente felice?

Perché non abbiamo permesso all’altro di rassicurarci e spiegarci in quale modo avremmo potuto dargli quel bacio all’anima che tanto desiderava ma che non è mai riuscito a ricevere dalle nostre labbra?

Una volta effettuato e completato quel percorso di piena consapevolezza di ciò che siamo divenuti e in quale direzione desideriamo muoverci per continuare a divenire, nel momento in cui l’anima non sanguina più per le ferite del passato e non ha più bisogno di nascondersi dentro la gabbia dorata per sentirsi protetta bensì desidera, con forza, ricominciare a volare, comprendiamo l’importanza di ciò che aveva cercato di spiegarci l’altro senza che noi volessimo ascoltarlo. Ma ora le frasi lasciate cadere nel vuoto, le risposte non date, le fughe scelte al posto delle presenze per timore che l’altro interpretasse come volontà di tentare ciò che invece non ci sentivamo affatto pronti a intraprendere, ci tornano in mente implacabili rendendosi protagoniste di un rimpianto che da un lato ci fa sorridere benevoli ripensando a quanto indietro fosse il nostro percorso emotivo, dall’altro ci fa temere di aver perso l’unica possibilità di poter dare quel bacio all’anima che tanto era stato atteso da chi non chiedeva altro che riceverlo.

E, per uno strano scherzo del destino, proprio nel momento in cui le nostre labbra si sentono pronte a liberare la leggerezza dell’anima incrociamo il cammino di un qualcuno di particolare, qualcuno che ci fa sentire legati a lui ancor prima di conoscerlo e che ci fa desiderare di ricevere a nostra volta una carezza al rinnovato coraggio di lasciarci andare. E, per lo stesso strano destino, proprio in quel momento l’altro si renderà conto di trovarsi nella stessa terra di mezzo in cui ci eravamo trovati noi tempo prima e, come noi, non riuscirà a darci quel bacio all’anima che un domani, ripensandoci, gli brucerà sulle labbra.

 

Marta Lock