Tornando verso il domani

Scelte equilibrate

Il tempo ci fa percorrere tanta strada e fare numerosi incontri che sicuramente ci modificano… e poi un giorno capiamo di desiderare ancora… ciò che volevamo prima del percorso effettuato…

La fase di sperimentazione e di scoperta della propria reale essenza, può mostrare un andamento tortuoso e a volte persino opposto a quanto avremmo mai previsto; questo perché la nostra volontà, o meglio la nostra apertura verso tutto ciò che ci incuriosisce e che sentiamo il bisogno di provare, si deve necessariamente assecondare alle circostanze e al susseguirsi degli eventi che ci conducono verso una direzione inizialmente impensata. In altri casi quella necessità di confrontarci con noi stessi e con tutto ciò che non conosciamo, ci porta a credere di dover cambiare completamente direzione, di distaccarci in maniera netta e risoluta da quanto avevamo pensato potesse essere sufficiente per renderci felici, per farci sentire appagati. Addirittura alcuni di noi sono talmente proiettati verso quel cammino di scoperta e di conoscenza da guardare con atteggiamento di superiorità quanti invece scelgono di restare all’interno di ciò che appartiene alla loro realtà, senza sentire la necessità di approfondire e porsi in ascolto delle proprie reali esigenze, inseguire i propri sogni e tendere verso una costante evoluzione; loro no, restano immobili prendendo ciò che è capitato nel loro cammino evitando di correre il rischio di distaccarsi e fare un tuffo nel vuoto dell’incognita.

Tuttavia noi siamo convinti di essere nel giusto, sappiamo che ciascun individuo ha bisogno di mettersi in discussione per crescere dal punto di vista personale e da quello emozionale e dunque decidiamo di avventurarci verso tutto ciò che è diverso da quanto avremmo potuto avere se a nostra volta fossimo rimasti fermi, convinti dell’assioma che dietro ogni curva si nasconda qualcosa di migliore, oltre ogni certezza dissolta se ne sveli una di più solida e calzante alla nostra personalità. All’interno di questa ottica va da sé che anche l’approccio alle relazioni sia sperimentale, nel senso che se ci fossimo lasciati fermare da quei primi amori, da quei rapporti acerbi ma intensi al punto di credere che la coppia fosse l’unica opzione per il futuro, probabilmente non avremmo mai compiuto quel passo avanti fondamentale a scoprirci come individui singoli, a farci capire quale sia l’atteggiamento più affine alle nostre caratteristiche e quanto sia importante cercare la nostra vera essenza prima di scegliere di camminare accanto a qualcuno.

Addirittura possiamo attraversare dei lunghi periodi in cui ci convinciamo di non essere adatti a condividere la vita con un’altra persona perché abbiamo appreso talmente bene a camminare sulle nostre gambe da credere di poterlo fare per sempre, senza complicazioni, senza distrazioni, restando in perfetto equilibrio su noi stessi e concentrati sugli obiettivi pratici.

È davvero questo che vogliamo?

Perché tendiamo a ripudiare il giovanile approccio, quello durante il quale avevamo considerato la coppia come una completezza, e preferiamo convincerci di non aver bisogno della condivisione?

E se è davvero così, per quale motivo malgrado la consapevolezza di noi, avvertiamo la strana sensazione che ci manchi qualcosa per essere davvero realizzati?

Con il proseguire del tempo, quando abbiamo raggiunto gli obiettivi che desideravamo, quando ci sentiamo talmente a nostro agio con noi stessi da essere pronti a interagire in maniera più profonda con qualcun altro, cominciamo a dubitare delle certezze su cui avevamo costruito il percorso di approfondimento della nostra essenza, e avvertiamo quel disorientamento che ci induce a domandarci cosa ci manchi per essere felici. A partire da quel momento iniziamo a rivolgere uno sguardo nostalgico verso ciò da cui ci eravamo velocemente allontanati nella convinzione che avrebbe potuto essere una gabbia, un ostacolo, al nostro cammino di scoperta, e valutare in modo completamente diverso la possibilità di accogliere nella nostra esistenza il sentimento, la fiducia nella coppia come opportunità di condivisione, chance di trovare la persona con cui camminare mano nella mano, senza che nessuno sia il traino o il sostegno dell’altro. La coppia a quel punto diventa la scelta di proseguire il nostro percorso accanto a qualcuno che non avrà bisogno di noi ma sarà consapevole di volerci stare accanto liberamente, perché con noi cammina in modo più piacevole di quanto non faccia da sola. E noi sapremo di non avere accanto qualcuno che compromette il nostro equilibrio tutt’altro, gli infonde ancor più valore perché anche per lui sarà fondamentale essere perfettamente centrato su se stesso prima che con noi.

 

 

Marta Lock