Tra prima e dopo

Quando il passato recente si è allontanato… e il futuro non si è ancora delineato… galleggiamo in un indefinito limbo in cui non siamo più quelli che eravamo… e non ancora quelli che saremo…

Dopo la chiusura di una situazione emotiva che ha destabilizzato completamente la progettualità, anche solo immaginaria, che avevamo legato a tutto ciò che avrebbe potuto essere e concretizzarsi; dopo aver dovuto, nostro malgrado o per nostra scelta, arrenderci alla fine di ciò che speravamo avrebbe invece costituito una presenza costante nella nostra vita; dopo esserci messi in discussione più e più volte per comprendere le nostre mancanze prima di evidenziare quelle dell’altro e dopo aver tentato modifiche e compromessi per mantenere vivo qualcosa che inevitabilmente era destinato a finire; dopo tutto il lungo percorso di superamento del distacco, del senso di fallimento e di perdita che inevitabilmente scaturisce dalla fine di un amore, ci troviamo in un mondo strano in cui tutto ciò che abbiamo fatto e detto è stato superato ma dove ciò che potremmo dire o fare in futuro non è ancora affatto chiaro.

Perciò ci sentiamo disorientati, quasi perduti perché il sentimento che aveva riempito la nostra vita è svanito, lontano e sbiadito dietro il distacco e ci sembra improbabile, se non impossibile, riuscire anche solo a pensare di provare di nuovo quelle emozioni, quelle sensazioni. Così ci troviamo a domandarci come potremo gestire una vita diversa o dove dobbiamo decidere di dirigerci da quel momento in poi, come affrontare altri incontri, come porci nei confronti di un altro che mai susciterà in noi l’intensità del precedente. Questo non sapere, questo navigare in un mare sconosciuto a volte ci provoca benessere, altre ansia, altre ancora dubbi e perplessità che ci inducono a voler forzatamente trovare risposte che non troviamo, non perché non ne siamo capaci, semplicemente perché non è il momento di trovarne.

Perché dobbiamo a tutti i costi prevedere un futuro, una direzione da prendere, che a volte è necessario semplicemente aspettare che si delinei spontaneamente?

Per quale motivo l’idea di vivere un periodo senza mettere in gioco i sentimenti ancora segnati dalle ferite legate all’esperienza precedente ci sembra tanto poco sana o strana o a volte addirittura intollerabile?

Come mai tanta fretta di sapere come saremo e cosa faremo anziché attendere che gli eventi ci conducano spontaneamente dentro quello che sarà il nostro futuro?

Non è forse prezioso il momento di trasformazione che segue il passato recente e precede un futuro più adulto e consapevole? Non è invece necessario per scoprici e conoscerci più a fondo senza forzare un’evoluzione che dovrà avvenire in modo naturale?

A volte l’incertezza è difficile da accettare, soprattutto perché vissuta come momento negativo che non ci permette di avanzare né di indietreggiare, così come l’impossibilità di sapere oggi cosa saremo domani ci mette ansia, a volte paura, altre senso di instabilità. Sembriamo quasi dimenticare tutte le volte in cui, in passato, ci siamo sentiti allo stesso modo trovandoci poi, qualche tempo dopo, a prendere sicuri e decisi la direzione per noi migliore in quel momento; dimentichiamo quante volte, dopo esserci arresi all’inevitabile insicurezza tra il prima e il dopo e accettato quel noi indefinito e quasi irrisolto che apparteneva a quel preciso periodo del nostro percorso, ci siamo ritrovati in un futuro completamente nuovo, entusiasmante e appagante che neanche nelle migliori previsioni avremmo immaginato.

Perché le fasi di transizione, di trasformazione che portano con sé momenti di incertezza, ci aiutano a metterci in discussione, osservarci e ci insegnano ad accettarci così come siamo, imperfetti, a volte sicuri a volte insicuri, a volte inseguitori e a volte inseguiti, a volte determinati e altre esitanti… in ogni caso queste stesse fasi sono fondamentali per insegnarci a non resistere a noi stessi, a non dover per forza essere quelli che non siamo più o quelli che non siamo ancora, semplicemente vivere tutto ciò che possiamo oggi, non dimenticando bensì superando, non immaginando bensì lasciando che le cose succedano.

Perché tra il prima del passato e il dopo di un futuro indefinito apprendiamo l’arte di accettare serenamente il transito del presente.

 

Marta Lock