Tutto il senso di un attimo

Nell’esitazione di un attimo… si può nascondere il desiderio inconfessato di una vita… e il rumore di tutto ciò che c’è stato in mezzo…

Quando raggiungiamo una fase di equilibrio, di saggezza ottenuta a seguito di un importante percorso di accettazione e di riflessione sugli accadimenti, sulle motivazioni del susseguirsi degli eventi, assumiamo un atteggiamento più misurato, più prudente perché necessario a indurci a procedere in un determinato percorso solo dopo aver ponderato le conseguenze o tutto ciò che una scelta o una non scelta potrebbero portare con sé. All’interno di quel nuovo modo di essere ci sentiamo a nostro agio perché abbiamo imparato a tenere a bada le nostre intemperanze, l’istinto che ci aveva condotti a commettere errori di valutazione o a tendere verso un desiderio, un sogno che non realizzandosi mai abbiamo rinchiuso nella scatola delle cose impossibili. Non siamo stati disillusi né tanto meno ci siamo imposti di essere diversi da come siamo, tuttavia le circostanze che abbiamo affrontato e le situazioni a cui abbiamo dovuto far fronte, malgrado la nostra reticenza hanno modificato, o forse sarebbe meglio dire temprato, il nostro carattere in maniera naturale, generando quel cambiamento che appartiene al percorso di crescita di chiunque.

Nelle questioni pratiche e in quelle sentimentali è capitato di dover compiere dei passi indietro, di doverci adeguare a una realtà oggettiva differente da quella auspicata e di aver fatto i conti con la consapevolezza che non tutto può essere ottenuto, che non sempre i desideri si concretizzano e in alcuni casi è necessario ridimensionare le aspettative, mettere da parte ciò che in virtù dell’esperienza sappiamo essere irrealizzabile e andare avanti camminando sul terreno più solido della concretezza e della capacità di adeguarsi alle circostanze che appartengono alla nostra vita. Malgrado la nostra saggezza, la capacità di comprensione di quanto sia utile essere elastici e assecondare gli eventi senza lottare contro i mulini a vento immaginando un mondo ideale in cui tutto ciò che silenziosamente speriamo si avveri, può capitare di trovarci invece, più o meno all’improvviso, davanti a qualcosa che avevamo rinunciato ad aspettare e a cercare perché troppo improbabile, perché in base al nostro percorso avevamo saggiamente relegato in quel famoso cassetto delle cose irrealizzabili.

Cosa fare a quel punto?

Come gestire l’imprevisto di trovarci di fronte a ciò che avevamo sempre atteso pur avendo rinunciato a credere che potesse verificarsi?

In quale modo possiamo lasciarci andare a qualcosa che le esperienze precedenti ci avevano insegnato ad accantonare come una chimera irraggiungibile?

Davanti alla possibilità di avere quanto segretamente avevamo sempre desiderato pur nella consapevolezza acquisita a seguito del vissuto precedente di non poterlo ottenere, ci fermiamo, abbiamo bisogno di prenderci un attimo di riflessione, per capire e ponderare, azioni che ormai appartengono da tempo alla nostra nuova natura, quanto ciò che sta accadendo sia reale, quanto abbiamo ancora bisogno di difenderci, sospettosi, prima di aprirci ad accogliere un imprevedibile cambiamento che ci cala in una realtà che non avevamo previsto, che era ormai relegato tra le cose a cui avevamo scelto di rinunciare, almeno apparentemente. Quell’esitazione è necessaria per prendere atto della splendida possibilità che si è aperta, cercando di non pensare a tutto il percorso che ci aveva indotti a diventare disillusi, dimenticando quanto ci aveva costretti a riporre la speranza che quell’evoluzione entrasse a far parte della nostra realtà.

Poi, dopo aver preso atto di quanto abbiamo davanti, che permane malgrado la barriera difensiva che inizialmente innalziamo, ci rendiamo conto che è giunto il momento di abbandonarci all’inaspettato, di lasciarlo entrare nella nostra vita e di cominciare a credere che quell’attimo è stato solo un nostro personale modo per darci il tempo di abituarci a quel cambiamento perché a volte credere nonostante il bagaglio del passato non è facile, perché a volte la felicità ha bisogno di un po’ di tempo per essere accettata.

 

 

Marta Lock